Piccola chiesa edificata fuori dalle mura occidentali della città viene ricordata nel 904 per le vicinanza ad un area sepolcrale. La distruzione della chiesa originale diede spazio alla costruzione attuale, eretta in seguito alla peste del 1597, fu consacrata nel 1602 per mano del canonico Cornelio Tomasini che la dedicava al Redentore e ai Santi Sebastiano e Rocco. Ma le origini del titolo S. Salvatoris sono più antiche e se ne trova ricordo fin dal principio del secolo XI.
Nel 1615 la chiesa fu affidata ai cappuccini che l’officiarono fino al 1769 quando fu qui trasferita la parrocchia della chiesa di S. Pietro Apostolo demolita nel 1762.
Allora assunse anche il nuovo titolo, ormai completamente generalizzato di S. Pietro ai Volti.
La chiesa è suddivisa in tre navate da leggere lesene; sottili marcapiani segnano il limite basamentale e la quota superiore del portale d’ingresso architravato.
Due nicchie semicilindriche laterali e una finestra termale a serliana, sovrastante al portale d’ingresso, completano la facciata.
L’attico viene realizzato nell’ottocento, ed ora all’interno del presbiterio si erge l’altare maggiore in pietra, appoggiato alla parete in fondo, il monumentale altare ligneo contiene una pala di Palma il Giovane.